La comunità in Australia, segno di speranza

L’esperienza della recente visita di Miriam e Petravedi le FOTO

La nostra comunità in Australia è piccola a tal punto che viene da dubitare se un giorno si vedrà il frutto degli sforzi fatti. Non è pessimismo, ma sano realismo. Almeno così lo vedrebbe una mente che si limita ai frutti fatti di numeri. Ma nella Bibbia, il vero frutto non sono i numeri, ma la speranza che si fonda sul dono di Dio. Per questo la piccola comunità australiana è un segno di speranza per la futura conquista dell’intero continente per Gesù, una comunità che non smette mai di seminare e di lavorare per il vangelo, un lavoro segnato, non di rado, da delusioni e scoraggiamento. 
Guardando alla storia del popolo d’Israele narrata nella Bibbia, vediamo che Dio sempre usa quei pochi disponibili a seguirlo e proprio con loro opera cose grandi ed i miracoli più incredibili. Per di più, la memoria delle promesse fatte da Dio rende sempre più salda la speranza nei momenti più difficili.
Con questo sguardo profetico possiamo notare la fedeltà di Dio nella piccola comunità in Australia, una fedeltà che conferma il prossimo compimento di tutte le promesse ricevute.
I nostri membri, anche se pochi, da alcuni anni fedelmente si trovano per l’incontro della casa di preghiera e testimoniano il loro incontro personale con il Signore Gesù nel loro ambiente quotidiano. Il Signore si è manifestato ad ognuno in modo diverso, a volte con trasformazioni immediate, altre volte invece attraverso un percorso più lento. Indipendentemente dalla modalità, Gesù ha donato ad ognuno una vita nuova, diversa, piena di gioia, pace e nuove amicizie così che tutti loro desiderano che anche altri sperimentino la stessa benedizione. Gli incontri della Koinonia danno una possibilità per pregare insieme, per crescere, per condividere come il Signore sta lavorando nella vita quotidiana e per stare insieme a tavola con un ottimo cibo. Ci si sostiene reciprocamente con la preghiera e con l’amicizia.
Dio non ci lascia mai soli ed è fedele alla parola data; è questo che li sostiene e li stimola a non abbandonare il cammino iniziato, nonostante i frutti non siano così veloci e numerosi come desiderato. Nelle difficoltà che incontrano hanno imparato a non dipendere dai numeri, ma da Gesù al quale danno precedenza, giorno dopo giorno, mettendolo al primo posto. È proprio questa fede così tenace che impressiona e ci guarisce da facili illusioni ed idolatrie pastorali e ci aiuta a convertirci al piano di Dio. Con questo non sto dicendo che il frutto non deve essere abbondante, ma forse è la nostra visione di che cosa sia veramente frutto che deve cambiare o piuttosto ampliarsi. Ho visto tanta fede, fede robusta e instancabile! Per non parlare di zelo per il vangelo, uno zelo che si manifesta in un impegno costante nel servire i fratelli nelle diverse attività della parrocchia locale dove, portano avanti regolarmente un ministero per i bambini, per la preparazione ai sacramenti e alla vita liturgica. In altre parole aiutano ed insegnano a pregare. Proprio perché esperti di comunità, nel prossimo sinodo plenario della Chiesa Cattolica in Australia, che si svolgerà nel 2020, a loro toccherà animare i diversi gruppi di condivisione dei laici.
In Australia ho visto persone mature nella fede, che ben presto raccoglieranno il frutto del sudore del lavoro svolto. Lo stesso vescovo della diocesi di Sale, mons. Pat O’Regan, ci incoraggia a non desistere nella nostra missione e così pure lo stesso parroco di Wonthaggi, p. Darren, non perde l’occasione per venire a ristorarsi nelle nostre case di preghiera e trovare quello che la Koinonia offre: la presenza di Gesù vivo in mezzo a noi.

Miriam Olejnik